Marzamemi è un’antico borgo marinaro che nacque intorno all’anno Mille, quando gli arabi approdati in questo lembo di terra, che si protende verso levante, impiantarono la tonnara, destinata a diventare nel tempo la più importante della Sicilia orientale.
Marzamemi è oggi la frazione di Pachino (paese del vino e del ciliegino) situata nell’estremo sud della Sicilia orientale. Il suo nome deriva dall’arabo “marsà al hamen” ovvero “baia delle tortore” per essere stata (e tutt’ora è così) una delle tappe più importanti per la migrazione di questi uccelli.
La storia di questo borgo è stata all’inizio fortemente legata alla vita della tonnara, poi alla pesca ed infine dal ‘700 la sua importanza cresce grazie al commercio ed esportazione via mare.
Il primo porto fu quello della Balata, una piccola rada annessa alla tonnara, che rappresentava il fulcro della vita lavorativa del paese.
Successivamente il porto principale si spostò in contrada Fossa e da lì fino al 1935 partirono tutti i prodotti di esportazione tra cui il vino e le oltre trecentomila tonnellate di sale ricavate dalle due saline di Marzamemi e Morghella. Dal 1935 oltre al commercio via mare si aggiunse il commercio via treno, grazie alla costruzione della ferrovia Noto/Pachino.
Quando gli arabi furono cacciati dalla Sicilia, cambiò anche la sorte di Marzamemi e della sua tonnara. Si sa che Marzamemi ritrovò il suo splendore grazie ai principi Nicolaci di Villadorata a metà del’700.
Si dice che fino ad una certa epoca il piccolo borgo marinaro non veniva considerato dai pachinesi come parte integrante del proprio territorio, infatti da qui qualche motivo di diversità, nelle tradizioni, nel dialetto e anche nei rapporti sociali.
I “marzamesi” ovvero gli abitanti di Marzamemi, hanno l’accento siracusano o avolese, perchè la gente che veniva a lavorare nella tonnara era originaria di Siracusa e di Avola.
Nel dialetto antico gli abitanti di Marzamemi sono chiamati “marzamaruoti“.
A partire dal 1752, dopo la costruzione del palazzo del principe, furono costruite la chiesetta
e una cinquantina di casette per i pescatori, dando così una nuova fisionomia del piccolo borgo.
I cambiamenti più importanti sono avvenuti tra la fine dell’800 e i primi del’900, quando iniziarono a chiudere molte delle attività che resero Marzamemi importante dal punto di vista lavorativo e industriale.
Con l’assenza di manutenzione del porto la navigazione diventò pericolosa, e chiuse pure la tonnara perchè improduttiva. Chiuse la salina di Marzamemi e poi negli anni’90, con la nascita dell’impianto di itticoltura, chiamato “Acquazzurra”, chiuse anche la salina di Morghella.
Nel 1984 la ferrovia Pachino-Noto, che collegava il paese con le principali stazioni di tutta la Sicilia, venne dismessa.
Dal 1950 con la nascita dei magazzini di lavorazione e salagione del pesce azzurro, Marzamemi comincia a diventare un luogo di svago e di riposo, siamo così agli inizi del turismo.
Con il passare degli anni Marzamemi ha subito vari cambiamenti e grazie ad eventi importanti come il “Festival Internazionale del Cinema di Frontiera” (che oggi è giunto alla 13°edizione) è diventata sempre di più una meta turistica molto apprezzata anche da tanti VIP che in questi anni hanno frequentato il piccolo borgo.
Marzamemi ha un non so che di poetico e chi ci viene per la prima volta, ritorna sempre… non è solo un piccolo lembo di terra, che si protende verso levante… Marzamemi è un’emozione.